
Dall’ultima analisi dell’Ocse si scopre quanto l’Italia sia peggiorata nella disoccupazione giovanile: ora è ultima tra i paesi industrializzati, con un tasso di occupazione dei giovani tra i 25 e i 29 anni (anziché quelli tra i 16 e i 25) che si attesta al 52,8%, mente la media dei 34 Paesi Ocse è intorno al 73%. È un dato anche più grave di quello ottenuto con la fascia appena precedente, anche perché gli “ultraventenni” sono spesso formati e laureati. Una conferma, se ce n’era bisogno, della difficoltà per chi esce da scuola di entrare nel mondo del lavoro. I dati Ocse, tuttavia, risalgono al 2013, ed è presumibile che nel frattempo la situazione reale sia anche peggiorata ulteriormente.
E se l’Italia è ultima, la Slovacchia non sta (troppo) meglio ed è terz’ultima, con un 67% di occupazione giovanile. In mezzo c’è la Spagna, con il suo 58,1%. La Grecia in realtà è quella messa probabilmente peggio di tutte le nazioni Ocse, ma non è stata inserita nel rapporto “OECD Skills outolook 2015″.
Dall’altro lato dell’elenco, i Paesi virtuosi sono i soliti Olanda (occupazione giovanile all’81,7%), Austria (81,4%) e Giappone (81,2%).
(ReD)
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Foto andresthor CC-BY-NC-SA
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